Definire regole e contenuti delle intenzioni comunicative attraverso le immagini

Definire regole e contenuti delle intenzioni comunicative attraverso le immagini

La promozione della salute costituisce un’impresa entusiasmante che lancia tutti noi a livello individuale e collettivo in una valida sfida che, nel tempo, diventerà lo strumento per misurare il progresso del genere umano… [OMS]

In Letteraturamedico-antropologica (Cicourel 1985-1992; Sacks 1989; Duranti 1992; Good 1999; Giunchi 2007), la presenza di ambiguità e fraintendimenti è indicata come una delle principali cause di insuccesso nei programmi sanitari.

Nella prevenzione e/o nel monitoraggio di eventuali anomalie di crescita facciale in età pediatrica, l’interazione tra medici specialisti (pediatra e odontoiatra per l’infanzia) e i genitori del bambino è di per sé un’operazione resa più complessa dal fatto che vengono a confrontarsi sistemi di valori, conoscenze, aspettative e di qui intenzioni comunicative diverse, se non spesso contrastanti.

La disegualità dei ruoli e soprattutto la mancata condivisione di conoscenze tra gli interlocutori potrebbero dar luogo a quelle incomprensioni o malintesi che pregiudicano l’interazione e la sua efficacia (Giunchi 2007). E ancor più un’eventuale divergenza tra le due
professionalità mediche, sulle intenzioni comunicative ai genitori, provocherebbe effetti insidiosi/del tutto negativi rispetto al raggiungimento del fine comune: promuovere una relazione del tutto equilibrata fra le basi ossee e quindi proteggere l’armonica crescita
facciale del bambino nell’età evolutiva. Nei programmi istituzionalizzati di Promozione della Salute Orale nella infanzia (codificati già da molto tempo dal Servizio Sanitario Francese; nel 2008 dal nostro Ministero della Salute nelle ‘Linee Guida Nazionali’) appare essenziale definire regole-contenuti del messaggio informativo ‘trasparente’ (Tab. 1), se si vuol costruire il rapporto d’interazione tra figure diverse e far riuscire l’azione promozionale.

 

 

 

 

OMOLOGARE IL MESSAGGIO INFORMATIVO

La razionalizzazione delle regole e dei contenuti della comunicazione attraverso un dossier di casi clinici – ordinati secondo tipologia della potenziale/disfunzionalità e in rapporto all’età – consente di uniformare le conoscenze nel ‘riconoscere le situazioni di allontanamento dalla linea ideale di sviluppo della faccia e della bocca’ (Frati 2006) omologando quindi il messaggio informativo dei diversi sanitari indirizzato ai genitori sulla ‘iper/precocità dell’intervento intercettivo’.

 

 

 

Fig. 1 Autoritratto con ciuccio di Beatrice B. anni 3,5.

 

 

 

 

 

L’armonia dei 3 terzi del viso del bambino – oggetto dell’attenzione durante l’età della sua crescita – è possibile esclusivamente in presenza di un’armonia nelle conoscenze, competenze e intenzioni comunicative degli operatori. Infatti solo dall’uniformità di intenti dei sanitari, il messaggio informativo risulta ‘trasparente’ e l’interazione diviene significativa, traducendosi in preciso e definito indirizzo comportamentale nella promozione della salute orale durante la fase evolutiva.

Per focalizzare il livello pragmatico della comunicazione, ovvero azioni e intenzioni,si è privilegiata l’organizzazione dei contenuti ‘fotografando globalmente’ lo sviluppo delle arcate dentarie/degli apparati che concorrono alla costruzione ideale del viso (Frati 2006).
All’efficacia visiva della documentazione iconografica, corrisponde l’organizzazione logico-concettuale del testo in un commento/i per ogni caso clinico molto breve (il più breve possibile: secondo le indicazioni redatte da Carlo Emilio Gadda per i redattori del giornale-radio negli anni ’50) .
Enfatizzando tali strumenti operativi, si va oltre/si superano le iniziali differenze nelle conoscenze e nei linguaggi “dei diversi attori (bambino-familiari-sanitari) presenti sulla scena dell’interazione clinica” (Lupo 2001); implicitamente viene standardizzato il processo di ‘formazione’ dei diversi interlocutori alla prevenzione in età molto/precoce delle possibili/anomalie di crescita facciale.

 

BIBLIOGRAFIA

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• Cicourel AV. Doctor Patient discorse in Van Dijk TA (a cura di) Handbook of Discorse Analysis London, Academy Press 1985.
• Duranti A e Goodwin C. Rethinking contextlanguage as an interactive phenomenon Cambridge, University Press, 1992.
• Frati E, Guadagno, Manzini P, Rosmarini M, Strohmenger L. Competenze, responsabilità deleghe dello ‘specialista’ nello sviluppo delle arcate dentarie. Prevenzione Odontostomatologica 2006; 1: 3-11.
• Frati E, Angileri C, Rosmarini M, Manzini P, Strohmenger L. Bambini, pediatri e dentisti Insieme per prevenire anomalie nella crescita
della bocca e del viso Prevenzione Odontostomatologica 2006;1:13-27.
• Gadda CE. Norme per la redazione di un testo radiofonico. Edizioni Eri 1973 (Ristampa IULM Laboratorio di giornalismo on Radio Milano,
Arcipelago Editore 2003:5-8).
• Giunchi P. Capire e farsi capire nell’interazione medico paziente non nativo. IX Seminario Internazionale Geografia Medica. Atti del Convegno “Salute e lavoro” Roma 13-15 dicembre 2007.
• Good Byron J. Narrare la malattia. Lo sguardo antropologico sul rapporto medico-paziente Torino, Ediz Comunità 1999 (capp 5 e 6).
• Lupo A. Capire è guarire; capire è curare: una integrazione alla prospettiva di intervento clinico. AM Rivista Italiana di Antropologia Medica 2001.
• Madau M, Strohmenger L. Prevenzione e promozione della salute orale in età pediatrica Milano, Quintessenza edizioni, 2003.
• Ministero della Salute. Linee Guida Nazionali per la promozione della salute orale nell’età evolutiva 2008.
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Sry Lanka. Culture Medicine and Psychiatry
1989;13(3):335-49.
• Organizzazione Mondiale della Sanità Concetti e principi della promozione della salute: un
documento per la discussione. Ufficio Europeo
Ginevra 1987.

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